Sempre più spesso si sente parlare oggi di coaching, una metodica ideata negli Stati Uniti nel corso degli anni ’70 che mira ad aiutare l’individuo a mettere a fuoco il proprio percorso di vita.
Si tratta di una relazione d’aiuto, ma si tenga presente che il suo ambito di intervento è molto ristretto e ben delimitato. Messi infatti da parte il disagio grave e/o di media entità (dei quali si occupano in maniera esclusiva gli specialisti di settore: psichiatra, psicoterapeuta, psicologo), l’attenzione si sposta sulle piccole frustrazioni quotidiane, sul senso di auto-efficacia, sulla perdita di direzione, su un malessere generalizzato, sulla confusione o mancanza di chiarezza riguardo ai propri obiettivi.
Ad ideare un percorso che possa aiutare il coachee (cliente) ad uscire dall’impasse è il coach, una nuova figura professionale che – dopo una brevissima raccolta di informazioni iniziale – struttura un percorso che sia utile per far chiarezza, ritrovare fiducia in se stessi e nelle proprie attitudini e capacità, stabilire una tabella di marcia, vivere in maniera maggiormente consapevole il rapporto/confronto con l’altro
Molto ha a che vedere con la motivazione che guida da vicino le nostre azioni e condiziona fortemente le nostre scelte.
Spesso il coach può assegnare da svolgere degli esercizi – che a tutta prima possono apparire banali o scarsamente collegati con il motivo per il quale si è richiesta una consulenza. Simili esercizi sono invece altamente utili, dal momento che si prefiggono l’obiettivo di modificare uno stato emotivo o di intervenire su una neuro-associazione stimolo negativo > risposta negativa.
Gli orientamenti dai quali partono i coach sono vari: si va dalla Programmazione Neuro-Linguistica di matrice statunitense (Richard Bandler), alla sua evoluzione nel New Code di John Grinder, al comportamentismo, alla gestalt, alla terapia breve, al coaching sportivo (rapporto allenatore/atleta), ad approcci che possono a vario titolo essere definiti “olistici”. Molto in relatà dipende dalla formazione, dalla preparazione e dall’esperienza sul campo dell’operatore.
In caso di disagio il professionista di riferimento è il seguente:
Disagio grave: psichiatra
Disagio medio/grave: psicoterapeuta
Disagio medio: psicologo
Disagio lieve/medio: counselor
Disagio lieve, obiettivi: coach
Oggi sempre più aziende si avvalgono della figura del coach (che in inglese significa appunto “allenatore”): un professionista che “allena” le risorse umane a raggiungere i risultati prefissati dal management.
A rivolgersi al coach sono oggi pertanto molte e qualificate aziende, ma non solo: le richieste arrivano anche da singoli professionisti o da semplici privati cittadini, interessati semplicemente a trovare una chiave per imprimere una svolta decisiva all’interno del proprio percorso di vita.
I principali settori nei quali operano i coach sono i seguenti:
Business coach Aziende, management, risorse interne
Sport coach Allenatore mentale per sportivi
Life coach Singoli individui interessati al percorso
Di norma il coach professionista si specializza principalmente in uno di questi settori, ma le competenze – una volta acquisite – sono spendibili in maniera trasversale in qualunque contesto.
L’auspicio è che non solo le aziende e i privati cittadini, ma anche istituzioni quali la scuola, l’università o settori come quello della pubblica amministrazione possano avvalersi in futuro di simili operatori, in modo da migliorare in maniera significativa la qualità dell’ambiente di apprendimento e/o di lavoro.