di Donatella Fazzino
06/04/2010
“Niente di splendido è mai stato compiuto
se non da coloro che osavano credere che
qualcosa dentro loro fosse superiore alle circostanze”
(Bruce Barton)
“Se facessimo tutte le cose che siamo capaci
di fare, ci stupiremmo davvero”
(Thomas A. Edison)
La Programmazione Neuro-Linguistica è oggi uno dei più efficaci strumenti a nostra disposizione per raggiungere una migliore qualità di vita in termini di rapporto con gli altri, con se stessi e di chiarezza riguardo alla propria direzione di vita.
Le origini della disciplina risalgono ai primi anni ’70 e alle intuizioni dei suoi ideatori, Richard Bandler e John Grinder. Bandler – all’epoca – era uno studente di Matematica e Informatica all’Università di Santa Cruz (California), Grinder era assistente di Linguistica presso la stessa università. In quel periodo gli studenti avevano la libertà di seguire le lezioni di altri corsi di laurea, così Richard iniziò ad interessarsi al mondo della Psicoterapia e a seguire le sedute di Fritz Perls, psicoterapeuta e psichiatra tedesco autore del testo cardine della Gestalt, Gestalt Therapy (1951). Un editore gli commissionò inoltre la registrazione delle sedute dello psicoterapeuta: quel materiale sarebbe servito per una pubblicazione accademica dello stesso Perls.
Essere uno studente del quarto anno comportava dei vantaggi: potevi organizzare i tuoi propri seminari! Così Richard – insieme ad un amico e collega – limitandosi semplicemente a modellare (modeling) quanto Perls metteva in atto durante le sue sedute di psicoterapia, organizzò delle “sessioni” con colleghi universitari consenzienti e riuscì ad ottenere risultati analoghi (in termini di efficacia terapeutica) a quanto era in grado di ottenere Perls con un’esperienza pluri-decennale nel settore. Chiese aiuto a John Grinder, esperto di Linguistica, per scoprire quali fossero i modelli linguistici maggiormente efficaci nel rapporto terapeuta-paziente: Grinder accettò volentieri e si dedicò con passione al progetto. Successivamente i due studiarono ed emularono gli schemi (patterns) linguistici e comportamentali di altri psicoterapeuti e comunicatori di successo: fra gli altri Virginia Satir, psicoterapeuta della famiglia e Milton Erickson, padre delle moderne tecniche ipnotiche. Dalla sinergia di interessi fra i due giovani ricercatori nacque ciò che venne da loro stessi definito lo studio della “Struttura della Magia” (Bandler, Grinder, 1975).
La Programmazione Neuro-Linguistica è pertanto lo studio delle strategie comportamentali e delle rappresentazioni interne di quei soggetti che – nel loro settore – sono riusciti ad ottenere risultati molto superiori alla media.
Grazie alla PNL è innanzi tutto possibile raggiungere una straordinaria efficacia comunicativa. Infatti è merito dei due giovani ricercatori avere scoperto che ciascuno di noi utilizza un “canale preferenziale” nel rappresentarsi interiormente la realtà. Alcuni individui hanno maggiormente sviluppato il canale visivo, altri quello uditivo, altri ancora quello cosiddetto cinestesico (che comprende tatto, olfatto, gusto e sensazioni interne). Riconoscere questo permette di creare “Rapport” adeguando la propria modalità di comunicazione a quella del destinatario. La tecnica del Ricalco e Guida consente infatti di iniziare l’interazione con l’altro tenendo conto dei suoi “sistemi rappresentazionali”, ma prosegue portando l’altro all’interno del nostro mondo, nella direzione da noi scelta.
L’uso del linguaggio è stato passato al vaglio delle recenti acquisizioni della Linguistica contemporanea e – grazie a ciò – è stato possibile ricavare un “modello di precisione” (il Metamodello), che permette di riconoscere le generalizzazioni, cancellazioni e distorsioni presenti nella comunicazione verbale del nostro interlocutore. Avvalendosi di tale strumento è possibile condurre l’altro verso la presa di coscienza dei “filtri linguistici” da lui adottati. Con delle semplici domande l’interlocutore viene guidato verso una maggiore comprensione delle proprie rappresentazioni interne. Ciò consente al soggetto stesso – un po’ come faceva Socrate con la “maieutica” – di trovare la chiave di volta che potrà permettergli (se lo vorrà) di ribaltare il castello da lui costruito in precedenza.
Ma la PNL non si limita solamente a migliorare l’interazione con l’altro: ci offre anche preziosi strumenti per migliorare la qualità del nostro Dialogo Interno e per ampliare ed arricchire il nostro “modello del mondo”.
Il lavoro sulle submodalità consente infatti di intervenire sulla qualità delle nostre rappresentazioni interne (visive, uditive, cinestesiche) – per adeguarle ad un risultato desiderato. Operare sulla Time-Line – e cioè sul “segmento immaginario” attraverso il quale ciascuno di noi codifica interiormente lo scorrere del tempo – consente di ristrutturare episodi passati non piacevoli, assegnare loro un significato diverso, progettare e pianificare il futuro sulla base dei nostri attuali obiettivi. La gestione dello stato emotivo consente di passare da uno stato attuale (non produttivo) ad uno stato desiderato. E il lavoro sulle Credenze Limitanti e sulla scala di Valori consente di superare limiti auto-imposti, precisare la direzione da percorrere ed orientare il nostro percorso verso il raggiungimento della Mission personale.
La PNL è tutto questo e molto di più: una disciplina in continua e costante evoluzione, il cui obiettivo è quello di accompagnarci nel nostro percorso di crescita personale. Essa ci offre strumenti di comprovata efficacia volti – da un lato – a potenziare la nostra capacità di interazione col mondo esterno; dall’altro lato ci consente di approfondire la comprensione stessa del reale attraverso il riconoscimento delle modalità e dei “filtri” (linguistici, sensoriali, ecc.) attraverso i quali ce lo rappresentiamo internamente.